ROCCA DI LUCCHIO: una storia inedita scolpita nella pietra
Data:
29 Luglio 2025

Sono giunti a un punto di svolta gli interventi di recupero della Rocca di Lucchio, nel Comune di Bagni di Lucca (LU): il restauro delle murature e gli scavi archeologici stanno restituendo un volto finora sconosciuto di questa fortezza visibile da chiunque percorra la Strada Statale dell’Abetone e del Brennero, e da sempre meta di scampagnate panoramiche.
Nel 2018 l’Associazione Lucchio Ambiente, nelle persone di Primo Motti e Pieregidio Pacini, segnalarono alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara la situazione di forte degrado della Rocca; da allora il susseguirsi di sopralluoghi e interlocuzioni con il Comune di Bagni di Lucca e con la comunità locale, nonché alcuni sondaggi archeologici esplorativi condotti in collaborazione con l’Università di Pisa nel 2019, hanno portato alla dichiarazione di importante interesse culturale di questo monumento, ad un accordo di collaborazione sottoscritto fra Soprintendenza e Comune di Bagni di Lucca e alla definizione di un articolato progetto di recupero, che nel 2024 e nel 2025 ha ottenuto un consistente finanziamento da parte del Ministero della Cultura. Sono tre le principali fasi pianificate: 1. Restauro; 2. Ricerca archeologica e d’archivio; 3. Valorizzazione e racconto.
I lavori sono quindi iniziati nella primavera del 2024 sotto la direzione della Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara, con l’avallo dal Soprintendente Angela Acordon, che ha nominato Responsabile Unico del Progetto Neva Chiarenza, affiancata dal funzionario archeologo Giorgia Maria Francesca Di Paola, con la Direzione Lavori dell’arch. Laura Panzani e il coordinamento della sicurezza dell’arch. Marco Tromba.
Le difficoltà di intervento legate alla posizione impervia e la necessità urgente di mettere in sicurezza le murature hanno portato la Soprintendenza ad affidare l’incarico all’impresa Formento Restauri, di Finale Ligure (SV), specializzata in Restauro in Quota®, una soluzione innovativa su corda, che permette di intervenire su edifici storici e vincolati senza l’installazione di ponteggi. I lavori si sono protratti dalla primavera del 2024 a buona parte del 2025 e hanno comportato la pulizia, il consolidamento e il parziale risarcimento delle murature. Alla conclusione di questo intervento, particolarmente impegnativo sul lato nord – quello visibile dalla strada sottostante – la Rocca ha rivelato aspetti costruttivi interessanti, che permettono di dettagliarne meglio le fasi costruttive.
Ma le sorprese erano destinate a non fermarsi qui. A luglio di quest’anno sono ricominciati gli scavi archeologici, preceduti da un’indagine georadar affidata al prof. Adriano Ribolini dell’Università di Pisa, che ha permesso di orientare le ricerche. La squadra di archeologi è costituita dalla prof.ssa Monica Baldassarri dell’Università degli Studi di Milano e dai professionisti archeologi Ottavio Malfitano (coordinatore di cantiere), Letizia Chiti, Silvio Fioravanti, Francesco Pagliani, Marco Serradimigni, affiancati dall’operaio Cristian Grillotti della ditta Celfa srl.
Fin dai primi giorni di scavo i risultati sono stati di estremo interesse: all’interno della rocca sono emersi i resti dell’abside di un’antica chiesa, chiaramente precedente alla struttura della Rocca; la muratura è accurata, con una tessitura che al momento permette di datarla tra fine X e XI secolo: addirittura 200 anni prima della prima attestazione della fortezza, secondo le fonti d’archivio! Un altro fronte di scavo ha messo in evidenza la presenza di una imponente struttura quadrangolare, già indiziata dal georadar, con muri spessi oltre 1 m, parzialmente intagliata nella roccia di base della montagna e fino ad oggi rimasta ignota.
La Rocca si sta letteralmente svelando agli occhi dei ricercatori: quanto rinvenuto non ha un valore economico, ma in termini di conoscenza del monumento e di tutto il territorio a cui questo appartiene, l’arricchimento è entusiasmante e lontano dall’essere concluso.
Quanto emerso impone una diversa modulazione della terza fase, quella della valorizzazione: poiché lo scavo archeologico dovrà riprendere fra qualche mese, la sistemazione del sentiero di accesso e dei pannelli didattici deve attendere ancora un po’, ma è intenzione della Soprintendenza e del Comune di Bagni di Lucca non rinviare il racconto dei lavori alla comunità locale e a tutti gli interessati. Si stanno quindi programmando alcuni incontri, fra cui la visita allo scavo del 29 luglio e una presentazione a Lucchio nelle Giornate Europee del Patrimonio che si terrà a Lucchio il 28 settembre.
Oltre agli attori già citati a vario titolo, la Soprintendenza desidera ringraziare per la fattiva collaborazione la Cava Borgognoni, la ditta Rotorwork srl, Federica Perrotta e Luigi Perrotta e tutta la comunità di Lucchio.
Ultimo aggiornamento
29 Luglio 2025, 15:37